Intervista / Loic Peyron "Il Figaro 3 non ha una lamina fatta per volare, è solo una deriva inclinata"

© Chloé Barre

Prima della sua partenza al Solitaire du Figaro 2019 di domenica 2 giugno, Loick Peyron ha dedicato parte del suo tempo a raccontarci le sue sensazioni sulla gara e sulla nuova Figaro 3. Lui, che non si considera uno specialista, gioca comunque al comando della flotta e termina la prima tappa in sesta posizione a Kinsale.

Il tuo ultimo Figaro è stato nel 2003 - 15 anni fa - perché tornare quest'anno sul circuito di Figaro?

Soprattutto per la barca nuova. Il mio ultimo Figaro è stato 15 anni fa, e l'ultimo 12 anni prima. A Figaro ho fatto solo le prime edizioni con barche nuove. La prima volta nel 1980, 40 anni fa, è stato il primo anno di produzione di imbarcazioni. L'ho fatto una volta a metà, una volta in Figaro 1, una volta in Figaro 2 e infine in Figaro 3. E' una logica implacabile!

Cosa ti attira in questo corso?

Quello che mi interessa è lasciarmi alle stesse condizioni degli specialisti. Non sono uno, ma non è male provare a livellare un po'; imparare di nuovo insieme per provare a padroneggiare una piccola barca a vela. Non e' grande, ed e' questo il bello di questo sport. Ci sono talenti mostruosi che hanno corso su altri media e tornano a competere a parità di condizioni ogni anno.

Loic Peyron

La tua esperienza su altre barche - che ti chiamano Mr. Multihull - sarà in grado di servirti su questo nuovo supporto?

Sono barche a vela, ma è una scoperta per tutti. Gli specialisti in questa disciplina rimarranno specialisti. Ci sono molti micro dettagli, gestione a bordo, tempi, ritmo, coreografia e ritmo che vengono mantenuti nel corso degli anni di lavoro. Almeno metà della flotta ha un'ottima padronanza di tutte queste cose.

La mia esperienza con le lamine non ha niente a che fare con questo. E' come le ali di un uccello. Tra un albatros e un pinguino ce n'è uno che vola meglio dell'altro. Solo perché si mettono le lamine su una vasca da bagno o le ali su una bicicletta non significa che sta per fare un aereo. Il Figaro 3 non ha una lamina fatta per volare, è solo una deriva inclinata.

Cosa ne pensi di questa nuova barca che stai scoprendo?

Penso che sia molto buono, è molto più complesso del precedente. Poiché è un po' più complicato con le sue 2 vele in più, l'uso delle vele di prua è più preciso. È quindi meno probabile che la flotta si susseguano a vicenda. È la tecnologia che è stata incorporata negli ultimi anni; come l'AIS, che permette di sapere dove sono gli altri. Per i capelli bianchi è noioso, ma gli altri ci sono abituati. Abbiamo visto negli eventi precedenti che il gioco è molto aperto.

Loic Peyron

Secondo lei, è una buona evoluzione per il corso di Figaro?

C'è una buona sensazione iniziale che vuole essere rispettata da tutti. E' assolutamente necessario preservare il monotipo e perché ciò avvenga, il punto di partenza non deve essere troppo negativo, e questo è il caso. Ci sono state alcune preoccupazioni dei giovani, ma chi non ce l'ha. C'è un impulso comune a tutti gli attori per evitare le delusioni degli anni precedenti. E' questo che mi ha impedito di tornare sulla Figaro. E' per questo che facevo solo al primo anno di scuola. Il primo anno, nessuno ha avuto il tempo di armeggiare. Le successive erano la porta aperta a molte derive.

Tutto questo sembra appartenere al passato, il che è un'ottima notizia per le generazioni future che continuerà, cosa che non sarà il mio caso. Ho sempre fatto solo una stagione e questo mi basta.

Non hai avuto molto tempo tra la ricezione delle barche e le prime regate. Come hai organizzato il tuo programma?

Sono molto più preparato delle precedenti edizioni. 15 anni fa ho ricevuto la mia barca il giorno prima della partenza dell'equivalente del Solo Master Rooster - che avevo vinto... A quel tempo era sufficiente. Ora non e' abbastanza. Siamo stati tutti consegnati all'incirca nello stesso momento e abbiamo avuto due o addirittura tre test preparatori. Non mi ero mai allenato così tanto su una Figaro prima d'ora. Non abbiamo mai abbastanza tempo, ma era già troppo. Quando non hai tempo, almeno hai un alibi, ma questa volta non ho scuse.

Loic Peyron

La tua barca e il suo skipper sono pronti?

E' tutto pronto. Questa è la prima volta che mi preparo così tanto tempo. Le altre partecipazioni di Figaro 15 anni fa, ho finito la gara e ho iniziato qualcos'altro. Ero piu' impegnato di quanto lo sia ora. Per questa edizione del 2019, mi sono dedicato esclusivamente a lei. E 'stata una preparazione con gli amici, molto piacevole.

Quali sono i vostri obiettivi per questa gara?

Cerca di non farti troppo male, che sarà difficile da rispettare. E impara. Non è nemmeno "riapprendimento", perché ci sono molte cose che pensavi di aver dimenticato, ma non lo so. E' una specialità e non sono uno specialista in questa barca. E' ancora in navigazione, ma c'è un livello eccezionale!

Loic Peyron

Quale sarà il tuo programma dopo il Figaro?

Sono subito salito a bordo del Transpac, una gara di multiscafi nel Mod 70. Con gli inglesi e gli americani per difendere il record che ho ancora detenuto per 2 anni con l'ex Groupama di Franck Cammas.

Allora spero di poter fare una piccola crociera con la mia famiglia.

Poi torno a lavorare con Outremer e Gunboat per fare piccole cose divertenti sulle navi da crociera. Termineremo poi la stagione di Figaro con Amélie Gracie al Giro di Bretagna.

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