François Gabart e il suo trimarano Macif vincono la Transat

François Gabart sul suo trimarano Macif © Lloyd Images

François Gabart ha tagliato il traguardo davanti a Sandy Hook, dopo 300 miglia dure, mercoledì 11 maggio alle 00 h 24' 29'' ora francese. Ha quindi vinto la Transat e si è aggiudicato la sua terza vittoria in solitaria con i colori di Macif. Passo successivo: Il ritorno alla modalità Record della traversata atlantica in solitaria, ma dopo un lungo riposo

François Gabart è arrivato questo mercoledì 11 maggio alle 00:24' 29'' ora francese (martedì 10 maggio alle 18:24' 29'' ora locale) a New York City, vincendo la gara La Transat a bordo di il suo trimarano gigante. Macif quindi ha preso 8 giorni 08 ore 08 ore 54 minuti e 39 secondi per coprire le 3.050 miglia della rotta diretta tra Plymouth e New York. Ma in realtà, il giovane vincitore - la cui lista di successi è in costante crescita - avrà percorso 4.643 miglia con una velocità media incredibile di 23,11 nodi!

Per raggiungere New York da Plymouth, François Gabart avrà seguito un percorso piuttosto insolito - come Thomas Coville, che è atteso a breve: Dall'Inghilterra per passare all'interno di Ushant, arrivare a Cape Finisterre e proseguire verso Madeira sul Boulevard des Alizés. Questa traiettoria ha permesso anche alle due barche più grandi della flotta - Ultimates Macif e Sodebo - di combattere con i coltelli.

"E' stata dura, ma so di aver fatto una grande gara: sono molto felice. Sono stanco e felice di arrivare, sono felice. C'era un ultimo grande ostacolo che era la cresta e a priori, penso di aver preso la strada giusta. Non è cosa da poco attraversare l'Atlantico su una barca come quella: sono contento di averlo fatto!

Penso che sia la cosa più difficile che abbia mai fatto, perché stai facendo progressi anno dopo anno. Imparo le cose ogni anno, e nell'impegno e negli investimenti, ne metto ogni volta di più. E' molto impegnativo. Dobbiamo andare fino in fondo. Non sono mai stato cosi' fisicamente coinvolto prima d'ora. Sono bruciato! Sono bruciato! Sono bruciato!

Non so quanto tempo mi ci vorrà per riprendermi, ma ci vorrà molto tempo. Non posso farne due nell'anno di gare come quella. "Richiede un tale investimento." françois Gabart ha dichiarato poche ore prima del suo arrivo.

François Gabart ha una migliore e migliore padronanza del suo trimarano Macif e questa vittoria lo dimostra ancora di più. L'uomo che ha vinto numerose regate d'altura: Route du Rhum, Vendée Globe, Transat Jacques Vabre, vince la sua terza vittoria in solitaria con i colori di Macif con The Transat, il più duro di tutti i solisti. Solo Michel Desjoyeaux aveva questa lista!

Le parole di François Gabart dopo il suo arrivo

Le mie prime impressioni sono davvero buone, perché è la mia prima regata transatlantica in solitaria! E la parte solista non è niente: è un po' magica. Sono davvero contento di quello che ho fatto: la barca ha un potenziale straordinario e le sensazioni a bordo sono incredibili. Bisogna dare il 100% perché non c'è scelta: su queste macchine, ci sono così tante cose da fare! E per scoprire: è super eccitante...

Rispetto alle altre gare, la parte più difficile è stata quando abbiamo dovuto attraversare il crinale proprio questo pomeriggio. Perche' non si sa mai come andra' a finire. Queste barche vanno così veloci che in poche ore si possono perdere una trentina di miglia! Sta andando veloce, sta andando molto veloce!

Ci sono stati molti momenti difficili: questo è quello che cercheremo, ma è buono, piacevole, arricchente. Lo sforzo fisico è fondamentalmente duro, lungo, impegnativo e più si cerca di farlo bene, più è impegnativo!

In questa regata, ci sono due aspetti: l'aspetto fisico con queste interminabili ore in cui si girano le manovelle, e l'aspetto mentale per gestire una barca lunga trenta metri e che arriva a 35 nodi non lontano dalla metà del tempo... Ma ci sono momenti magici come questa mattina, in mare piatto, prima di arrivare in questa zona senza vento: Macif era a più di 35 nodi sotto pilota, in equilibrio sull'acqua, quasi in volo! Che sensazioni di scivolamento...

Non mi sono spaventata, ma ci sono stati momenti in cui ho sentito che non ne avevo bisogno di più. Ero al limite.

La battaglia con Thomas (Coville) è stata grande: abbiamo lavorato per anni per fare regate con queste barche e oggi regatare dopo la Route du Rhum, dopo la Transat Jacques Vabre... e vediamo che la partita è intensa. E cosa impariamo? Che barca! Non c'è scelta: devi superare te stesso, andare dentro di te stesso e cercare cose che non credevi di poter fare. E ogni volta spingiamo sempre più in là: come possiamo dormire quando la barca naviga a 35 nodi? Non sapevo di poterlo fare...

E' ancora unico attraversare l'Atlantico così velocemente su un trimarano! Non è facile, ma che gioia, anche se non lo farei sempre. E' estenuante... Non sono mai arrivato a questo punto in termini di fatica: sono completamente bruciato. Ho potuto riposare un po', ma ieri non sapevo più dove vivevo: avevo anche le allucinazioni. E su queste barche, non ci e' permesso girare. Fortunatamente, l'avevo già sperimentato a Figaro e mi ha permesso di ri-corniciarmi. Ma le barche vanno così veloci che non ci sono pause.

Il ritorno alla modalità record della traversata atlantica in solitaria è ancora una possibilità, ma datemi un po' di tempo per riprendermi! Penso che la stand-by inizierà all'inizio di giugno. Ma non è lo stesso formato, lo stesso impegno: su un disco, è più breve, più facile in termini di manovre. Lì sulla Transat bakerly, abbiamo fatto alcune manovre, strambate, virate, virate, cambi di vela, reefing! A dirla tutta, il gioco è diverso: c'è meno impegno fisico ma più stress da alte velocità in ogni momento...

Crediti fotografici: Lloyd Images

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