Il 14 dicembre 2025, la goletta Tara ha lasciato il porto di Lorient per una spedizione di lunga durata nel Sud-Est asiatico. Due anni di navigazione scientifica per analizzare la resilienza dei coralli in un'area tanto fragile quanto strategica: il Triangolo dei Coralli. Ecco le principali problematiche e realtà tecniche di questa missione oceanografica, presentate in video da Romain Troublé, direttore della missione.
Una missione scientifica a lungo termine che combina navigazione e ricerca applicata

Tara Coral 2026-2028 è la quattordicesima campagna condotta dalla Tara Ocean Foundation. A bordo c'è un team di 16 persone, tra cui scienziati specializzati negli ecosistemi della barriera corallina. Il programma di bordo combina la navigazione a lunga distanza con protocolli scientifici all'avanguardia: campionamento del DNA ambientale, osservazioni in situ, misurazione di parametri fisico-chimici e monitoraggio dello stress termico.
Le fasi previste, con il Giappone come prima tappa, forniranno supporto logistico e scientifico per la ricostruzione di una mappa dettagliata della resilienza dei coralli.
Il Triangolo dei Coralli: un laboratorio naturale surriscaldato

A cavallo di sei Paesi (Indonesia, Malesia, Papua Nuova Guinea, Filippine, Salomone e Timor Est), il Triangolo dei Coralli contiene da solo il 30% delle barriere coralline del mondo. Cosa c'è per i ricercatori? Presenta una biodiversità eccezionale, ma anche segnali inaspettati di resistenza biologica.
Di fronte all'aumento delle temperature superficiali, alcune barriere coralline mostrano una capacità di sopravvivenza superiore alla media. Tara vuole capire quali siano i fattori responsabili di questo adattamento: genetica, temperatura, correnti, interazioni microbiche... tutte ipotesi che verranno testate.
Una goletta progettata per la scienza di bordo

Tara è una piattaforma mobile progettata per il lavoro scientifico in mare. Questa goletta a due alberi di 36 metri è stata progettata per affrontare i mari del mondo, con la stabilità necessaria per la gestione a bordo. I suoi laboratori di bordo, in particolare le attrezzature per il filtraggio e l'analisi dei microrganismi, sono utilizzati per elaborare i campioni senza ritardi.
La nave è anche attrezzata per la raccolta in mare aperto, con reti da plancton, sonde CTD, vasche di campionamento e sistemi di mappatura batimetrica. Una configurazione che rende la goletta autonoma, anche in aree lontane dai porti.
Tara Coral: una spedizione, ma anche un programma di divulgazione scientifica

Oltre alle analisi biologiche e ai rapporti sui dati, Tara Coral è anche impegnata in una campagna di informazione pubblica. La partenza da Lorient è stata accompagnata da un fine settimana di eventi gratuiti presso la Cité de la Voile Éric Tabarly. Conferenze, laboratori per bambini, proiezioni e una tavola rotonda hanno riunito curiosi, famiglie e appassionati.
Le performance artistiche hanno anche punteggiato l'inizio, combinando il circo contemporaneo e l'evocazione poetica del corallo, come un cenno alle forme mutevoli delle barriere coralline viventi.
Logistica preparata con due anni di anticipo
Preparare una missione scientifica di due anni non è qualcosa che si può improvvisare. La Tara Ocean Foundation ha impiegato quasi ventiquattro mesi per creare partnership, pianificare gli scali, ottenere le autorizzazioni per il campionamento e adattare la goletta ai vincoli della missione. L'organizzazione è paragonabile a quella di un cantiere navale: tempi stretti, approvvigionamento, imbarco di attrezzature di ricerca, calibrazione degli strumenti, sicurezza sanitaria, ecc.
Il capitano Léo Boulon ci ha ricordato: " Una volta saliti sulla barca, la parte più difficile è finita ". Il resto sarà sull'acqua, al ritmo dei venti, degli scali e delle stazioni scientifiche.

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