Un capolavoro di storia marittima

La Nao Trinidad, costruita in Spagna all'inizio del 1500, fu una delle cinque navi selezionate per l'ambiziosa spedizione guidata da Ferdinando Magellano nel 1519. L'obiettivo del viaggio, organizzato sotto gli auspici del re Carlo I di Spagna, era quello di scoprire una rotta verso le Isole delle Spezie attraverso l'occidente, aprendo così una via commerciale senza precedenti per l'Europa.

Con una portata di circa 110 tonnellate e una lunghezza di quasi 30 metri, la Trinidad era una caracca robusta. Le sue vele quadrate e lo scafo in legno la rendevano particolarmente adatta all'alto mare, anche se le sfide tecniche delle lunghe traversate avrebbero presto messo a dura prova i suoi limiti.
La spedizione di Magellano: un'avventura straordinaria
La Trinidad salpò nel 1519 con altre quattro navi (la San Antonio, la Concepción, la Victoria e la Santiago) e un equipaggio di quasi 270 uomini. Fu un'odissea pericolosa: attraversare l'Atlantico, superare quello che sarebbe diventato lo Stretto di Magellano, affrontare i capricci del Pacifico e tentare il ritorno attraverso l'Oceano Indiano.

La Trinidad ebbe un ruolo centrale in questa storica spedizione, anche se Ferdinando Magellano, ucciso nelle Filippine nel 1521, non vide mai il completamento del suo progetto. Dopo aver attraversato il Pacifico, la Trinidad subì danni e dovette rimanere alle Molucche per le riparazioni, lasciando alla sua nave gemella, la Victoria, il compito di completare la prima circumnavigazione nel 1522.
La tragica fine del Trinidad
Il destino della Trinidad riflette le immense sfide delle grandi esplorazioni dell'epoca. Danneggiata e incapace di proseguire il suo viaggio verso ovest, tentò di tornare in Spagna prendendo una rotta attraverso il Pacifico. Il viaggio di ritorno fu un fallimento: sorpreso da una tempesta, catturato dai portoghesi o tormentato dalla fame e dalle malattie, l'equipaggio non riuscì mai a riportare la Trinidad in porto.
Una replica che naviga

Questo solido tre alberi con bompresso è lungo 28 metri e pesa circa 150 tonnellate. Il Nao Trinidad è stato ricostruito rispettando la filosofia originale della nave, ma aggiungendo le dotazioni e le caratteristiche di sicurezza indispensabili per navigare oggi in tutto il mondo in tutta tranquillità.

La stiva di poppa fu trasformata in un alloggio per l'equipaggio, con una cucina e alcune cuccette. Durante il viaggio di Magellano, l'equipaggio cucinava i pasti su fuochi di paraffina sul ponte e non aveva un posto dove dormire. La stiva era occupata da merci e provviste e i marinai dormivano sul ponte principale, all'aperto. Solo il capitano aveva la sua cabina.



Le principali concessioni alla modernità: sono stati installati due motori ad albero per consentire allo yacht di manovrare autonomamente in porto e un verricello idraulico nel gavone di prua. Sostituisce il verricello manuale che doveva essere manovrato da 4 uomini dell'equipaggio.

Tutto il resto è fatto alla vecchia maniera. I 250 m2 di vele sono manovrati solo con carrucole e bisogna salire sull'albero per spiegare le cinque vele a bordo.


Sotto il castello di prua si trova un'area coperta che ospitava corde di ricambio, vele e attrezzi. C'è anche il grillo a pale, che aziona l'enorme barra del timone da 2 tonnellate.
