Umile per gli eroi, Armel Tripon spiega la sua decisione

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Come abbiamo annunciato due giorni fa, Armel Tripon ha deciso di porre fine alla collaborazione con il suo sponsor, Humble for Heroes. E' stato quest'ultimo ad annunciare la decisione con un comunicato stampa. Armel Tripon, è stato in grado di riconsiderare questa scelta e spiegare il motivo del come.

Tutto è iniziato quando è tornato dalla Route du Rhum, dove ha concluso al 4° posto. Tornato a Parigi, apprende che dovrà partire sulla Transat Jacques Vabre 2015, accompagnato da un handicappato a motore, senza gambe o mani. " Sono sbalordito. Avevamo cercato di costruire un progetto sportivo coerente per il Vendée Globe 2016, con progressi tecnici, umani e sportivi verso questo obiettivo finale... e poi mi è stato chiesto di fare l'impossibile: portare a bordo con me una persona a mobilità ridotta, con il pretesto di trovare più facilmente gli sponsor, per portare un messaggio umanista, un messaggio di speranza, un messaggio di speranza, uno significativo..."

Armel si rende subito conto della follia di fare questo doppio con un handicappato motorizzato, per ovvie ragioni di sicurezza, ma si lascia comunque persuadere a provarci. Ha poi deciso di incontrare lo scorso dicembre la persona che poteva navigare con lui il prossimo Jacques Vabre. Una gita in mare è organizzata, su una classe 40, da un vento molto moderato, tra gli 8 e i 15 nodi. L'uomo mostra interesse "Ma per tornare indietro, tre di noi lo stanno mantenendo, in condizioni meteorologiche molto buone. Come farà in 20-30 nodi e mare mosso, su una barca più grande e molto più esigente? Come può stare in piedi senza una mano vera, quando la barca salterà tra le onde dei 4 metri e io sarò solo con lui? Potrebbe cadere a mare al minimo sforzo! Come potrà aggrapparsi alle sue protesi all'interno della barca quando ha bisogno di matoss - cioè, cambiare più di 500 chili di vele e sacchetti sul lato quando la barca è sdraiata a più di 30 gradi? Sarà necessariamente spinto da un lato dell'imbarcazione all'altro, largo più di cinque metri..."

Prendendo il polso da diverse organizzazioni di regata, e in particolare dal medico dell'ISAF (International Sailing Federation), ha ottenuto la stessa risposta. Il rischio è troppo grande e anche se il duo si facesse avanti, il file non sarebbe accettato.

Decide quindi di porre fine a questa sponsorizzazione, via e-mail e poi subisce l'ira dell'associazione. "Mi sento sollevato di aver preso una decisione salutare, come buon marinaio. Una decisione che rispetta la logica semplice e non mette in pericolo la vita umana per i motivi sbagliati"

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