Nel 1629, il Batavia, un vascello della Compagnia olandese delle Indie orientali, si arenò sulla barriera corallina degli Abrolhos, al largo delle coste australiane. Il naufragio, inizialmente drammatico, si trasformò ben presto in una tragedia di ben altra portata, con ammutinamenti, massacri e terrore. Lontano dalla gloria promessa dalla sua missione commerciale, il Batavia divenne teatro di uno degli episodi più oscuri della storia marittima, segnato da una violenza di inaudita brutalità.
Batavia, orgoglio della VOC, in viaggio verso l'Oriente
Costruita ad Amsterdam nel 1628, la Batavia era un tre alberi a flauto appositamente progettato per il commercio a lunga distanza. Con una lunghezza di 184 piedi (56 metri), una larghezza di 10,50 metri e un dislocamento di 600 tonnellate, era un capolavoro tecnico del suo tempo, costruito per resistere ai pericoli delle lunghe traversate. Le sue sculture colorate, lo scafo robusto e i 24 cannoni la rendevano sia una nave da trasporto che un vascello armato, un simbolo di potere.
Noleggiata dalla Compagnia Olandese delle Indie Orientali (VOC), la sua missione era quella di raggiungere Batavia (l'attuale Giacarta) per consegnare spezie, tessuti e metalli preziosi. A bordo c'erano 332 persone: mercanti, soldati, marinai e passeggeri civili. Tuttavia, ben presto nacquero tensioni con il comandante, François Pelsaert, un uomo austero con un profondo senso del dovere. Jeronimus Cornelisz, uno speziale senza scrupoli, trama un ammutinamento con alcuni complici per impadronirsi della nave.

Vita a bordo: sopravvivere a una traversata
La vita a bordo del Batavia era caratterizzata da condizioni di vita rudimentali e ristrette. L'equipaggio viveva sul ponte delle vacche, stipato insieme al carico, in un ambiente buio e umido, permeato dall'odore di catrame, legno e sudore umano. I soldati si accontentavano di dormire su tavole, mentre i passeggeri avevano generalmente cabine private, a seconda del loro status sociale. Il capitano e il capo mercante godevano di un comfort particolare, con una cabina dotata di toilette personale, un lusso eccezionale per l'epoca.

In termini di cibo, la dieta consisteva principalmente in biscotti di bordo, carne salata e acqua, che si deteriorava rapidamente. Lo scorbuto e altre malattie erano un'afflizione quotidiana e per l'equipaggio ogni giorno era una lotta per mantenere la propria salute e sicurezza.
Naufragio negli Abrolhos
Dopo diversi mesi di navigazione, la Batavia viene separata dalla flotta a causa di una tempesta. Con il capitano malato, la nave continuò a essere comandata da Ariaen Jacobsz, un lupo di mare noto per le sue doti di marinaio, ma anche per la sua inclinazione all'alcol, alle donne e alle risse.
Il 4 giugno 1629 si verificò il disastro più temuto: la nave si spezzò su una barriera corallina nell'arcipelago di Abrolhos, al largo dell'attuale Australia. Il Batavia si spezzò rapidamente, costringendo Pelsaert e il suo equipaggio a evacuare circa 280 sopravvissuti sulle isolette vicine, sterili e prive di risorse. Di fronte all'emergenza, Pelsaert decise di partire con alcuni uomini su una barca lunga per cercare aiuto a Batavia. Lasciò dietro di sé un equipaggio abbandonato a se stesso, sotto il controllo di due uomini pericolosi.

Terrore e ammutinamento: 3 mesi di sangue e caos
Jeronimus Cornelisz approfitta dell'assenza di Pelsaert per proclamarsi capo e instaurare un regno di terrore. Il suo piano è implacabile: eliminare le bocche inutili per preservare le scorte di cibo e stabilire la sua autorità. Con i suoi complici, tra cui Ariaen Jacobsz, inizia a uccidere i più deboli: donne, bambini e malati. Nell'arco di 3 mesi furono uccisi quasi 125 naufraghi. Le donne furono anche abusate sessualmente prima di essere giustiziate.

Un gruppo di sopravvissuti, guidati da Wiebbe Hayes, rifiuta di sottomettersi. Esiliati su un altro isolotto, sopravvivono trovando una fonte di acqua dolce e cacciando uccelli e foche. Quando Cornelisz cerca di eliminare quest'ultimo baluardo di resistenza, si scatenano feroci battaglie, armati di pietre e lance improvvisate e chiodate.
È il momento del giudizio
Il 17 settembre 1629, Pelsaert tornò con uno sloop di soccorso, il Sardam: un viaggio di 33 giorni. All'arrivo, scoprì l'entità del massacro. Gli ammutinati furono arrestati e Cornelisz e i suoi principali complici furono processati sul posto. 8 di loro furono impiccati sull'isola, mentre altri furono inviati a Batavia per l'esecuzione. Cornelisz ricevette una condanna esemplare: fu mutilato e gli furono tagliate le mani prima di essere impiccato. 2 ammutinati furono abbandonati sulla costa australiana, diventando probabilmente i primi europei a viverci.

Gran parte del prezioso carico del Batavia fu salvato, tra cui argento, gioielli e il famoso vaso di Rubens.
