Per due anni e mezzo goletta Tara ha condotto diverse raccolte in tutto il Pacifico. Dal Canale di Panama al Giappone (2016-2017) e dalla Nuova Zelanda alla Cina (2017-2018), sono stati raccolti 36.000 campioni da 32 siti di corallo. Con quasi 100.000 km percorsi e scali in 30 paesi, questa spedizione scientifica, iniziata nel maggio 2016, è una delle più grandi mai realizzate fino ad oggi.
Le scogliere vittime del riscaldamento globale
Già nel novembre 2016, all'isola di Ducie, a ovest dell'isola di Pasqua, gli scienziati hanno osservato le prime scogliere vittime del riscaldamento globale. Uno sbiancamento che ha raggiunto il 30-50% in alcune delle isole Tuamotu in Polinesia, e persino il 90% nelle isole Samoan nel Pacifico meridionale nel novembre 2016. In Micronesia, Tuvalu e Kiribati, alcune delle scogliere erano già morte prima dell'arrivo della goletta, mentre le scogliere di Wallis e Futuna o delle isole Chesterfield sono rimaste relativamente conservate.
Gli studi hanno anche dimostrato che la salute delle barriere coralline è mista. Si adattano in modo diverso alle sollecitazioni globali e locali.
Questo studio permette quindi di distinguere due tipi di perturbazioni: gli effetti delle perturbazioni locali (inquinamento, urbanizzazione, sedimentazione dovuta all'erosione del suolo, tecniche di pesca invasive, etc.) e quelli del cambiamento globale (riscaldamento globale, acidificazione degli oceani, etc.).
È quindi importante attuare azioni di sviluppo locale sostenibile per la salute di questi ecosistemi.

Un grande database della barriera corallina
Questa spedizione ha fornito dati preziosi per comprendere il funzionamento dei coralli e dei microrganismi che li compongono. In particolare, la loro capacità di acclimatare il corallo alle variazioni ambientali.
Saremo così in grado di identificare le condizioni ottimali per garantire la sopravvivenza dei coralli secondo i parametri ambientali e biologici delle barriere coralline, ma anche i loro microbioti (virus, batteri...).
Questo studio fornirà alla comunità scientifica internazionale un database senza precedenti sulle barriere coralline, rendendo possibile la rivelazione della biodiversità di una barriera corallina, compresa la genomica, la genetica, i virus e i batteri.
Azioni per la ricostruzione della barriera corallina
La Fondazione Tara chiede l'urgente attuazione di azioni locali per alleviare le tensioni dirette sulle scogliere, senza dimenticare l'urgenza di ridurre le emissioni di gas serra. La proliferazione dei rifiuti plastici, il turismo insostenibile nelle lagune, gli scarichi agricoli e zootecnici e le grandi infrastrutture costiere, tutti questi fattori aggravano la situazione. Sembra che tenere maggiormente conto dell'impatto ambientale darà risultati a breve termine.

6 azioni locali, immediate
- Migliorare la gestione dei rifiuti, in particolare della plastica
- Limitare l'impatto dell'agricoltura, del bestiame e dei loro effluenti
- Limitare la deforestazione per stabilizzare i terreni ed evitare di coprire le scogliere con sedimenti
- Proibire o limitare i metodi di pesca più distruttivi
- In primo luogo, il criterio ambientale deve essere preso in considerazione nello sviluppo delle principali infrastrutture costiere, come dighe, porti industriali, ecc.
- Coinvolgere e sensibilizzare le popolazioni locali per preservare il proprio ambiente.