Cosa c'è dietro la tassa di ormeggio?


La tassa di ormeggio è un modo per imporre una nuova tassa. Servirà solo a creare discriminazioni tra i diportisti.

Informazioni di base

Il 20 gennaio 2015 il Governo ha presentato l'emendamento n. 1208 nell'ambito della prima lettura del disegno di legge sulla nuova organizzazione territoriale della Repubblica (NOTRe) da parte del Senato. Ciò consente alle autorità locali o agli enti pubblici interessati di introdurre una tassa sugli ancoraggi, effettuata all'interno del perimetro delle aree marine protette di loro competenza. Il 3 febbraio, la Commissione Legge dell'Assemblea Nazionale ha respinto questa misura grazie all'emendamento presentato dai parlamentari Caresche (PS), Quentin e Gaymard (UMP).

Una nuova svolta. Il 13 febbraio, il deputato corso e presidente dell'Agenzia per le aree marine protette, Paul Giacobbi, ha presentato un nuovo emendamento. È stato adottato in seduta plenaria il 3 marzo con 48 voti favorevoli e 27 contrari.

Una nuova tassa per il diritto di accesso al mare

Tuttavia, questa tassa ecologica è inefficiente dal punto di vista ambientale. Inoltre, sarebbe economicamente disastroso. L'emendamento Giacobbi incorpora esattamente gli stessi elementi del precedente, ma nasconde l'importo di tale imposta. Inoltre, ha solo una tassa sul nome, poiché non è previsto alcun corrispettivo in termini di servizio ai diportisti.

Questa tassa stabilisce un diritto di accesso al mare e impone ai diportisti il costo di una missione di interesse generale, che è la protezione del patrimonio marino. Ciò a cui il governo non ha pensato è che i diportisti già finanziano ogni anno il Conservatorio del Litorale con 37 milioni di euro.

Questa tassa non impedisce alle persone di ancorarsi in aree sensibili e non offre alcuna soluzione alternativa per preservare l'ambiente. Questo servirà solo a discriminare con il denaro e rivelerà un obiettivo di bilancio e non ambientale.

Le conseguenze di questa tassa saranno drammatiche per il settore nautico francese e per tutte le economie costiere, in quanto le autorità locali subiranno una perdita di reddito. Infine, le operazioni di riscossione e controllo fiscale saranno molto complesse da realizzare e assorbiranno gran parte delle entrate.

La tassa è limitata alla Corsica e ai Pirenei orientali, ma questo è solo un primo passo. Il secondo è quello di estendere questa misura a tutto il litorale delegando la gestione delle aree marine protette alle regioni

Il progetto della tassa di ormeggio mira, infatti, a garantire il finanziamento dell'Agenzia delle Aree Marine Protette, la cui ambiziosa strategia per il 2020 - con una forza lavoro di circa 400 persone - non è stata ancora finanziata

Secondo la relazione presentata il 25 giugno 2014 dal senatore Gérard Miquel, il 25 giugno 2014 "il costo per lo Stato di una rete completa di aree marine protette, che copre il 20% delle acque sotto la sua giurisdizione nel 2020, è stimato a 100 milioni di euro. Il livello delle politiche per l'ambiente marino, in particolare quelle relative all'attuazione della direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino, dovrebbe essere compreso tra 250 e 500 milioni di euro a seconda del campo di applicazione dello stesso orizzonte" ...] "La politica di protezione dell'ambiente marino è attualmente finanziata principalmente dal bilancio dello Stato per un importo di 30 milioni di euro all'anno (...) oltre che dal diritto di francesizzazione delle navi assegnate al Conservatorio del Litorale, per un importo di 37 milioni di euro"

La relazione nella sua interezza: http://www.senat.fr/rap/r13-654/r13-654.html

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