La tassa sulle aree marine protette adottata per la Corsica

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Martedì 3 marzo, nella notte, l'Assemblea Nazionale ha approvato l'emendamento presentato dal deputato corso, Paul Giacobbi.

Una nuova svolta nella tassa sui diportisti ancorati in aree marine protette. Il nuovo emendamento presentato dal deputato corso e sostenuto dal governo è stato approvato all'unanimità ieri sera dall'Assemblea nazionale. Per il momento, questo contributo riguarda solo le Bouches de Bonifacio e Scandola, riserve naturali protette di 80.000 ettari. A differenza dell'emendamento approvato in Senato lo scorso gennaio, questa tassa non prevede un importo (per il momento).

La Federazione delle industrie nautiche ha espresso il suo punto di vista su questo argomento in un comunicato stampa intitolato "La Federazione delle industrie nautiche" Non si tratta, infatti, di una tassa, ma di una tassa, perché non viene fornito alcun servizio al diportista in cambio. I diportisti sarebbero così chiamati a sostituirsi alle autorità pubbliche nel finanziamento della protezione delle zone marine. E questo, quando sono già i principali finanziatori del Conservatorio del litorale per 37 milioni di euro! ...] Questo testo, molto vicino all'emendamento iniziale del Governo, crea le condizioni per un vero e proprio divorzio tra la comunità ricreativa e i gestori ambientali. I diportisti sono i principali attori nella conservazione dell'ambiente marino. D'ora in poi, considereranno lo sviluppo di aree marine protette, che avevano chiesto, come una minaccia alle loro libertà essenziali"

Anche se, per il momento, il canone viene applicato solo alla Corsica, questo sistema potrebbe essere esteso a tutte le aree marine protette della costa francese.

La Federazione delle Industrie Nautiche ci ricorda che "la Il mondo della nautica da diporto non trova risposta alle sue preoccupazioni in queste nuove disposizioni. Rimane fermamente contrario e continuerà a mobilitarsi per ottenere il suo ritiro"

Come promemoria, questa tassa è stata votata il 20 gennaio dal Senato e doveva obbligare i diportisti a pagare per ancorare nelle aree marine protette. Tale imposta verrebbe riscossa dalle autorità di gestione. Queste aree non hanno un porto turistico, ma i gestori possono ospitare le barche all'ancora. Il 4 dicembre dello scorso anno, la Commissione giuridica ha abolito questo canone, che nel mondo della nautica è stato scarsamente riscosso. Le istituzioni e i diportisti si sono mobilitati per la sua abrogazione. Infine, il 17 febbraio, il governo ha deciso di presentare un nuovo emendamento, il cui risultato è stato svelato durante la notte...

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