Negli anni '50 la vela era uno sport d'elite. È visto come riservato agli sciocchi, agli avventurieri che sfidano la morte e che osano fare quello che nessuno penserebbe mai di fare. Il mare è spaventoso, tanto più l'attraversamento di un oceano. Allora, immaginate questo viaggio da soli? Tutto ciò determina le menti più conquistatrici a intraprendere la ricerca di una sempre più soddisfatta. A quel tempo trovare partner per una tale gara sarebbe stato estremamente lontano dalla verità. Ci sono voluti non meno di dieci anni per permettere a Sir Francis Chichester e Blondie Hasler di convincere questi finanziatori che la traversata transoceanica poteva essere effettuata senza degenerare in una catastrofe. Fu verso la fine degli anni '50 che il giornale "The Observer" fece il grande passo. Nel 1960, sotto la direzione del Royal Western Yacht Club of England, fu organizzata la "Observer Single-handed Trans-Atlantic Race", o OSTAR.
L'OSTAR, una gara complicata
Fin dalla prima edizione, le cose sono chiare. Sebbene l'attraversamento dell'Atlantico attraverso la rotta del Nord sia una pratica abituale per le navi da carico e altri pescatori, è una novità per la navigazione a vela. Tanto più per una gara in solitaria. I mezzi moderni, come l'AIS e altri sistemi di guida satellitare, ci permettono di prevedere una tale traversata nel 2020 con un tocco di serenità. Certo, non esistevano 70 anni fa. Dei 150 candidati alla partenza, sono state presentate solo 50 domande, di cui solo 8 sono state confermate e messe in mare. È facile immaginare lo stato d'ansia in cui si trovavano all'epoca questi uomini, presentandosi alla partenza di questa corsa in solitaria, senza assistenza o soste.

Sarà Sir Francis Chichester, il noto velista, a vincere questa edizione originale, in 40 giorni 2 ore e 30 minuti di lotta contro i venti contrari e il ghiaccio che scende dall'Artico. Anche la lotta contro le malattie. Due anni prima gli era stato diagnosticato un cancro ai polmoni. Francis Chichester ha vinto questa traversata a bordo di Gypsy Moth III, che ha lanciato appena 10 settimane prima dell'inizio della gara.

Una razza polimorfa
Questa prima edizione consisteva nel viaggio da Plymouth in Gran Bretagna a New York negli Stati Uniti d'America. Perché è anche una delle peculiarità di questa corsa transatlantica che il punto di partenza e la destinazione cambiano tanto quanto il nome o le regole, quasi ogni 4 anni. Lo stesso anno in cui il Globo della Vandea per la cronaca.
Si chiamava OSTAR fino al 1988. Poi è diventato Carlsberg STAR ed è stato rinominato Europe 1 STAR nel 1992 e 1996, poi Europe 1 New Man STAR nel 2000. Nel 2004 è diventata ufficialmente The Transat, con una torcia organizzativa passata dalla RWYC a Mark Turner e alla sua società Offshore Challenges. Nuova evoluzione nel 2005. Vengono create due regate, una per le barche sotto i 50 piedi chiamata Corinthian Race, l'altra per le barche oltre i 50 piedi, The Transat. Dal 2004 in poi si disputano due gare, una ogni 4 anni con il 2004 come base riservata ai professionisti, l'altra con il 2005 come base aperta a tutti.
Per quanto riguarda le rotte, saranno state meno mutevoli dei nomi, Plymouth poi Brest come punto di partenza, per raggiungere i porti americani di Newport, New York, Boston o Charleston.
I francesi in gara
Una costante in questa gara rimane l'impegno e i - frequenti - trionfi. Éric Tabarly nel 1964 e 1972, Alain Colas nel 1968 (i guai del maggio del 68 avevano impedito a Tabarly di preparare correttamente la Pen Duick III), Peyron nel 1996 e poi, nel 2016, quadruplicare la vittoria dei velisti francesi con Gabart per la classe Ultime, Lamiré per il Muti 50, Le Cleac'h al timone di un IMOCA e Vauchet in classe 40. E' anche una delle particolarità della versione professionale di questa corsa transatlantica di permettere l'iscrizione di così tante classi diverse, riservandosi così la possibilità di superbe vittorie.

Strategie distinte
La navigazione attraverso l'Atlantico del Nord incontra una serie di vincoli che insieme creano 2 diverse rotte. I venti prima di tutto. In generale, su un settore che va dal nord della Scozia alla punta settentrionale del Portogallo, i venti provengono da ovest (continente americano) e vanno verso est (Europa). Le correnti, allora. Il famoso torrente Golf Stream risale diagonalmente l'Atlantico, dall'America Centrale alla Scozia, arrivando al passaggio per leccare in un flusso nordico le coste francesi. Poi viene la Corrente del Labrador (quella che fa scendere il ghiaccio dall'Artico), a Nord-Ovest, e la Corrente delle Canarie (anch'essa fredda), a Sud-Est, due correnti di flusso meridionali. Insomma, un accumulo di specificità meteorologiche note da tempo, che danno, nelle linee principali, 2 possibili rotte, Nord o Sud.
Il percorso meridionale è piantato con l'Altopiano delle Azzorre al centro. Se è comodo, è più adatto alla crociera che alla corsa. Tuttavia, non è nemmeno un percorso tecnicamente semplice e, soprattutto, non è il più veloce o il più breve per raggiungere la costa nord-orientale degli Stati Uniti.
La strada del nord, invece, è una scommessa. Per quanto veloce e diretto sia dall'Europa all'atterraggio a New York, a seconda dell'anno il ghiaccio può incontrarsi e mettere a rischio la sicurezza dei navigatori. E l'incontro di correnti, Golf Stream e Labrador crea situazioni che spesso saranno dantesche per i concorrenti. Aggiungete la nebbia nelle isole di St. Pierre e Miquelon e nei dintorni di Terranova per creare uno scenario poco attraente.
Sono queste caratteristiche specifiche, sia meteorologiche che attuali, a rendere la Transat una corsa complessa e tecnica, lontana dall'immagine che si potrebbe avere di una "semplice corsa transatlantica".
Qualunque sia il percorso o la strategia scelta, la Transat è sempre uno sprint che si corre dall'inizio alla fine, senza tregua né per gli uomini né per le macchine.
Giovane nonna delle regate oceaniche
Un classico tra i classici, il Transat CIC come viene ora chiamato non rappresenta però la gara più semplice del circuito. Il percorso congestionato, il tempo che cambia, il ghiaccio e le opzioni decisive che i marinai prenderanno o meno, dipingono il quadro di una gara vivace e piena di colpi di scena. Se Tabarly, Chichester o Peyron hanno consumato le loro mutande sulle onde dell'Atlantico, questa giovane nonna è comunque una pietra miliare nella carriera dei marinai di oggi.
L'appuntamento è fissato per l'edizione 2024.
